Ogni tanto si torna a parlare di cittadinanza.
Di solito sono gli esponenti della sinistra a farlo (ma solo quando al governo c’è la destra).
Di recente, però, se ne sta discutendo anche all’interno dell’attuale maggioranza.
Infatti, chi di noi, ultimamente, non ha sentito parlare di ius scholae, di ius sanguinis o di ius soli?
A molti questi termini potranno sembrare strani, ma stiamo solo parlando di cittadinanza o, meglio, dei vari modi per poterla ottenere.
Cerchiamo, allora, di capire, tanto per iniziare, cos’è lo ius scholae, perché è di questo che negli ultimi giorni stanno discutendo i nostri governanti.
Grazie allo ius scholae un extracomunitario può diventare cittadino italiano se ha frequentato le nostre scuole per almeno 10 anni.
Un’altra proposta (ferma in parlamento) prevedeva un sistema un po’ più rapido, che richiedeva solo 5 anni di frequenza di una scuola italiana.
Questo consentirebbe a molti giovani, nati in Italia da genitori stranieri, di diventare cittadini italiani molto prima.
Oggi un extracomunitario può ottenere la cittadinanza italiana facendone richiesta, una volta diventato maggiorenne e se ha vissuto nel nostro Paese (risiedendo regolarmente) per almeno 10 anni (c.d. cittadinanza per naturalizzazione) [1].
Può diventare cittadino anche se si è sposato con un italiano, dopo 2 anni di residenza in Italia che decorrono dal giorno delle nozze (c.d. cittadinanza per matrimonio).
Diversamente, si diventa cittadini solo se si nasce da madre e/o padre già cittadini italiani (c.d. ius sanguinis), oppure se si viene adottati da una famiglia italiana.
Con lo ius scholae, come già detto, è invece sufficiente aver frequentato una scuola italiana per un certo numero di anni.
Se passa l’ultima proposta (quella del centro destra) occorrono 10 anni, se passa la precedente (quella della sinistra) 5 anni.
Non basta, però, aver frequentato una scuola italiana.
È anche necessario:
- che lo straniero sia nato nel nostro Paese, oppure ci sia arrivato prima di compiere 12 anni;
- che lo straniero risieda regolarmente in Italia;
- che abbia concluso almeno un ciclo scolastico.
Ad esempio, deve aver frequentato con successo almeno i 5 anni della scuola elementare.
Se gli anni di scuola diventano 10, lo straniero, ovviamente, deve aver frequentato 2 cicli completi e qualche anno ancora.
Ad esempio, le elementari, le medie e le scuole superiori (almeno i primi 2 anni).
Se si verificano tutte le condizioni di cui abbiamo detto, la cittadinanza si ottiene a seguito di una dichiarazione fatta anche da uno solo dei genitori prima che l’interessato abbia compiuto i 18 anni.
Diventato maggiorenne, se non ci hanno pensato i genitori, è l’interessato che può fare la dichiarazione, però prima di compiere 20 anni.
La dichiarazione va fatta all’ufficiale dello stato civile del comune di residenza.
- Legge n.91 del 5 febbraio 1992.