Quante volte abbiamo sentito dire: sono in malattia e, quindi, non mi possono licenziare.
Siamo tutti convinti, infatti, che quando un lavoratore è malato non può essere cacciato dall’azienda.
Non tutti sanno, però, che questo divieto vale solo per un certo periodo di tempo, trascorso il quale il dipendente può perdere il posto di lavoro.
Come al solito, però, ci sono delle eccezioni, che consentono al datore di lavoro di licenziare un dipendente durante la malattia, prima che sia trascorso il periodo di tempo di cui abbiamo appena parlato.
Allora alla domanda si può licenziare un dipendente durante la malattia la risposta è: alle volte si, alle volte no.
Cerchiamo di capire meglio.
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Si può licenziare un dipendente durante la malattia: il periodo di comporto.
Abbiamo già detto che non si può licenziare un dipendente durante la malattia, ad eccezione di alcuni casi di cui parleremo di seguito.
Quindi, finché siamo in malattia, possiamo stare tranquilli perché non rischiamo di perdere il posto di lavoro [1].
Durante la malattia abbiamo anche il diritto di ricevere la c.d. indennità di malattia, che ci viene anticipata, mese per mese, dal datore di lavoro.
Questa situazione, però, non dura per sempre.
Dopo un po’ di tempo l’azienda non è più obbligata a conservarci il posto di lavoro e, quindi, ci può licenziare per superamento del periodo di comporto.
Il comporto è proprio quel periodo di malattia durante il quale il dipendente non può essere licenziato.
La durata di questo periodo viene stabilita dai contratti collettivi e, il più delle volte, è pari a 180 giorni nell’arco di un anno (dal 1° gennaio al 31 dicembre oppure 365 giorni anteriori all’ultimo giorno di malattia).
Ma non è sempre così.
Allora il consiglio è quello di leggere con attenzione il contratto collettivo di settore per scoprire quanti giorni possiamo stare a casa in malattia senza rischiare di perdere il posto di lavoro.
Insomma, non si può licenziare un dipendente durante la malattia.
Ma se quest’ultimo fa troppi giorni di malattia e supera il c.d. periodo di comporto il datore di lavoro lo può licenziare, anche se il lavoratore non ha alcuna colpa.
Facciamo un esempio per capire meglio.
Se Tizio, dipendente di un supermercato (il contratto del commercio prevede 180 giorni di comporto in un anno), si assenta dal lavoro per malattia dal primo gennaio fino al 15 giugno, il datore di lavoro non lo può licenziare, poiché non ha fatto 180 giorni di malattia nell’anno, ma solo 166.
Non dimentichiamo, però, che nel periodo di comporto rientrano tutti i giorni della settimana, compreso sabato e domenica.
Così, se stiamo a casa in malattia il venerdì e, poi, il lunedì dobbiamo contare anche il sabato e la domenica e, quindi, 4 giorni e non 2.
Se, invece, Tizio prolunga la malattia ancora un po’, ad esempio fino al 10 luglio (e, dunque, fa 191 giorni di malattia), rischia seriamente di perdere il posto di lavoro.
Ricordiamo, infine, che se il datore di lavoro ci licenzia prima che sia trascorso il periodo di comporto (nell’esempio appena fatto 180 giorni di malattia) il licenziamento è nullo [2] e, quindi, possiamo essere riammessi al lavoro.
Quando si può licenziare un dipendente durante la malattia?
Abbiamo già detto che in alcuni casi il lavoratore in malattia può essere licenziato anche se non è ancora scaduto il periodo di comporto.
Iniziamo col dire che se il datore di lavoro chiude definitivamente l’azienda, tutti i dipendenti possono essere licenziati, compresi quelli in malattia.
Un altro caso riguarda il licenziamento per giusta causa.
Se il lavoratore viola in modo grave i suoi doveri (ruba in azienda o non esegue gli ordini del datore di lavoro per intenderci), può essere licenziato in tronco anche durante la malattia.
Questo può succedere anche nel caso in cui la violazione sia stata commessa prima dell’inizio del periodo di malattia.
Insomma, se il dipendente l’ha combinata grossa, non può evitare il licenziamento mettendosi in malattia.
Quando il lavoratore commette una grave violazione dei suoi doveri durante il periodo di malattia non cambia nulla.
Può essere comunque licenziato in tronco.
Pensiamo al caso in cui un dipendente fa finta di essere ammalato, magari consegnando in azienda un certificato medico falso, oppure a quello in cui, durante la malattia, si mette a lavorare per una società concorrente.
Sono tutti fatti molto gravi che possono portare all’interruzione immediata del rapporto di lavoro anche se il dipendente è ammalato.
Tutti noi sappiamo che se il lavoratore non supera la prova può essere licenziato.
L’azienda lo può fare sia durante la prova sia alla fine, senza dover dare una motivazione specifica.
Allora, anche se il lavoratore si mette in malattia durante la prova, l’azienda lo può licenziare senza dover aspettare il suo rientro in azienda.
Lo potrà fare, però, solo se il dipendente abbia già lavorato per un periodo di tempo sufficiente che permetta all’azienda di valutare appieno le sue capacità.
Insomma la prova deve essere svolta effettivamente.
Si noti che molti contratti collettivi prevedono espressamente che il diritto alla conservazione del posto di lavoro durante la malattia valga solo per i lavoratori non in prova.
Così, il dipendente in prova, che, però, abbia già lavorato per un periodo di tempo sufficiente, può essere tranquillamene licenziato anche se si mette in malattia.
Pensiamo, infine, all’azienda che non intende confermare il lavoratore alla fine del periodo di apprendistato.
In questo caso, anche se il dipendente è in malattia, il rapporto di lavoro cessa.
Insomma, come nelle ipotesi di cui abbiamo appena parlato, anche in questa non è necessario aspettare che scada il periodo di comporto per interrompere il rapporto di lavoro.
Si può licenziare un dipendente durante la malattia: il contratto a termine.
Tutti noi sappiamo che se il dipendente viene assunto a tempo determinato, una volta che scade il termine finale il rapporto di lavoro si interrompe, senza che sia necessaria alcuna comunicazione da parte del datore di lavoro.
Ma cosa succede se nel momento in cui scade il termine del contratto il lavoratore trova in malattia?
Nulla.
Se l’azienda non proroga o rinnova il contratto di lavoro a tempo determinato, il rapporto si interrompe automaticamente alla scadenza del termine, anche se il dipendente è a casa in malattia.
- Art.2110 codice civile.
- Cass. civ. n.23674 del 28 luglio 2022