Famiglia

Sposarsi in un comune diverso da quello di residenza

Ancora oggi molti desiderano sposarsi con una bella cerimonia in chiesa oppure in comune, invitando parenti e amici.

Qualcuno sogna di farlo in una location da favola, in spiaggia o in montagna, dove magari si è innamorato.

Di solito, però, ci si sposa nel comune di residenza di entrambi i coniugi o di uno solo.

Sarà un po’ banale, ma è sicuramente più semplice, perché non bisogna richiedere alcuna autorizzazione necessaria, invece, per sposarsi in un comune diverso da quello di residenza.

Se vogliamo comunque realizzare il nostro sogno e celebrare le nozze in riva al mare, in montagna oppure in una villa d’epoca, può essere utile leggere questo articolo.

Basteranno solo pochi minuti per trovare tutte le risposte che cerchiamo.

Sposarsi in un comune diverso da quello di residenza: il nulla osta.

Per sposarsi in un comune diverso da quello di residenza la prima cosa da fare è andare nel nostro comune e chiedere il nulla osta e cioè l’autorizzazione, rilasciata dal sindaco o da un suo delegato, per celebrare le nozze altrove.

Dobbiamo farlo con un certo anticipo, per evitare di arrivare al giorno del matrimonio senza l’autorizzazione.

Il consiglio, quindi, è quello di richiederla almeno 3 mesi prima delle nozze.

Senza il nulla osta non sarà possibile sposarsi in un comune diverso da quello di residenza.

Il più delle volte l’autorizzazione viene inviata direttamente dal comune di residenza a quello in cui abbiamo deciso di sposarci.

Anche questo, però, va verificato, magari con una semplice telefonata.

Se non lo fa il comune, infatti, dobbiamo pensarci noi, con un fax o una mail.

Insieme al nulla osta il nostro comune dovrà inviare a quello scelto per la celebrazione anche i documenti relativi alle pubblicazioni del matrimonio.

Se non li invia, dovremo farlo ancora una volta noi.

Sposarsi in un comune diverso da quello di residenza: la location.

Iniziamo col dire che non possiamo scegliere una qualsiasi location per sposarci, ma solo una di quelle individuate dal comune.

Allora, meglio non farsi prendere la mano e pensare a un luogo troppo stravagante (ad esempio, in riva al mare o sul cocuzzolo di una montagna) poiché potremo non ottenere il nulla osta da parte del comune.

Anche in questo caso, per evitare fastidi, è sempre meglio verificare, andando in comune o entrando nel suo sito web, quali sono i luoghi, diversi dalla casa comunale, in cui possiamo celebrare le nozze.

Insomma, se scegliamo di sposarci in una sala del comune nessun problema.

Se, invece, vogliamo farlo altrove, magari in una villa o in un giardino comunale, quando chiediamo il nulla osta, dobbiamo giustificare i motivi della nostra scelta.

Potrebbe anche bastare un problema fisico di uno degli sposi che gli impedisce di accedere al palazzo del comune.

Tra l’atro sposarsi nel giardino di una villa potrebbe essere più comodo, anche per gli invitati, poiché potremo scegliere di utilizzare lo stesso luogo sia per celebrare le nozze sia per il ricevimento.

L’importante è che sia uno dei luoghi individuati dal comune per queste cerimonie.

Se proprio ci teniamo tanto, possiamo anche sposarci sul cocuzzolo di una montagna.

Si tratterebbe, però, di una cerimonia solo simbolica che, per essere valida, dovrà essere rifatta in un luogo autorizzato dal comune.

Sposarsi in un comune diverso da quello di residenza: le pubblicazioni.

Prima di sposarci, dovunque desideriamo farlo, dobbiamo richiedere le pubblicazioni del matrimonio [1].

La richiesta va fatta presso l’ufficio dello stato civile del comune di residenza personalmente o tramite un soggetto munito di una procura speciale.

Se i futuri sposi vivono nello stesso comune, basta richiederle in quel comune.

Se abitano in comuni diversi, bisogna richiederle in entrambi.

Quando uno dei 2 sposi risiede all’estero, invece, è necessario fare le pubblicazioni anche presso il consolato.

Se poi vogliamo sposarci in un comune diverso da quello di residenza, la documentazione relativa alle pubblicazioni dovrà essere inviata, insieme al nulla osta, anche a questo comune.

Per richiedere le pubblicazioni i coniugi devono comunicare all’ufficiale dello stato civile i loro dati personali, la residenza, la cittadinanza, che sono di stato libero e cioè che non sono già sposati, che non sono parenti o affini tra di loro, che non sono interdetti e che non hanno subito condanne penali che impediscono le nozze (ad esempio una condanna per tentato omicidio dell’altro coniuge).

Tocca, poi, al comune recuperare tutta la documentazione necessaria (gli atti di nascita, i certificati di residenza, di cittadinanza e così via).

Noi dobbiamo solo presentarci in comune con i nostri documenti di identità, un certificato di morte se siamo vedovi o quello di divorzio se siamo divorziati.

Occorre anche una marca da bollo da 16 euro oppure 2 marche sempre da 16 euro se le pubblicazioni vanno fatte in comuni diversi.

Una volta recuperata la documentazione, l’impiegato ci farà firmare un verbale e poi procederà alle pubblicazioni, così da annunciare alla comunità il nostro matrimonio.

In pratica viene esposto in comune (in passato in un’apposita bacheca, oggi anche on line nel c.d. albo pretorio digitale) un atto da cui risulta che vogliamo sposarci.

L’atto deve rimanere esposto per 8 giorni consecutivi più altri 3 per le eventuali opposizioni, in modo che tutti possano vederlo.

Se i comuni sono 2, vale la pena aspettare qualche giorno in più perché possono essere diversi i tempi che i comuni stessi impiegano per esporre l’atto.

Una volta fatte le pubblicazioni l’ufficiale dello stato civile rilascerà il certificato di avvenuta pubblicazione.

Se i futuri coniugi non si sposano entro 180 giorni dalle pubblicazioni bisogna rifare tutto.

Infine, ricordiamoci sempre di consultare il sito del comune per verificare come fare la richiesta delle pubblicazioni e quali sono i documenti necessari.

Infatti, tra comune comune possono esserci delle differenze che è meglio conoscere per evitare di compiere passi falsi.

Sposarsi in un comune diverso da quello di residenza: chi celebra le nozze?

Il matrimonio civile, dovunque decidiamo di farlo, deve essere celebrato dal sindaco o da un suo delegato (vicesindaco, assessore o consigliere che sia).

Può essere celebrato anche da un qualsiasi cittadino italiano, che abbia le qualità per essere eletto consigliere comunale (deve cioè essere maggiorenne e non avere perso i diritti civili a seguito di una condanna penale).

Allora, anche un caro amico o un parente può celebrare il nostro matrimonio.

Solo i parenti in linea retta (i genitori, i nonni o i figli e i loro figli per intenderci) non lo possono celebrare.

I fratelli, gli zii e i cugini, invece, possono farlo.

Chiunque venga scelto per celebrare il matrimonio deve leggere agli sposi, alla presenza di 2 testimoni, gli articoli del codice civile relativi ai diritti e i doveri dei coniugi, alle decisioni che riguardano la famiglia [2] e ai doveri verso i figli [3].

I coniugi, poi, esprimeranno la volontà di volersi unire in matrimonio e il celebrante li dichiarerà marito e moglie con tanti auguri.

  1. Art.93 codice civile.
  2. Art.144 codice civile.
  3. Art.147 codice civile.