Famiglia

Mediazione familiare obbligatoria o volontaria?

Quale famiglia non ha mai attraversato un periodo di crisi?

Sappiamo tutti che, per quanto sia bello vivere con la persona che amiamo, non è sempre facile andare d’accordo.

Le incomprensioni, i problemi economici e di salute, sono tutti fattori che possono alterare l’equilibrio familiare e creare spaccature che, spesso, portano alla rottura del rapporto.

Non tutti sanno che, in questi casi, la legge mette a disposizione della coppia uno strumento (c.d. mediazione familiare) per risolvere la crisi, così da evitare una dura battaglia in tribunale e, magari, ritrovare la serenità perduta.

In questo articolo cercheremo di spiegare di cosa si tratta e se possiamo parlare di mediazione familiare obbligatoria o volontaria.

A cosa serve la mediazione familiare?

La mediazione familiare ha lo scopo di fornire alla coppia in crisi un supporto psicologico.

L’obiettivo è quello di riavvicinare le parti e di creare un clima sereno all’interno del quale poter valutare la possibilità di proseguire o meno la convivenza.

Mediazione familiare obbligatoria: cosa dice la legge?

La mediazione familiare è stata introdotta nel nostro Paese nel 2006, insieme all’affidamento condiviso dei figli [1].

All’epoca era stato previsto che il giudice, prima di decidere sull’affidamento dei figli, poteva invitare i genitori in disaccordo a tentare una mediazione che li aiutasse a risolvere i loro conflitti nell’interesse dei figli stessi.

Oggi, con la c.d. riforma Cartabia la situazione è cambiata, anche se di poco o, come si suol dire, più nella forma che nella sostanza.

Rispondiamo, allora, alla domanda che ci siamo posti fin dall’inizio: esiste la mediazione familiare obbligatoria?

La risposta è no, nel senso che la mediazione familiare è sempre facoltativa.

Come in passato, anche oggi, quando il giudice ritiene possa essere d’aiuto, prima di decidere sull’affidamento dei figli, invita le parti a rivolgersi a un mediatore per ricercare un accordo nell’interesse dei figli stessi.

Le parti possono anche non aderire all’invito del giudice, poiché, come già detto, non si tratta di mediazione familiare obbligatoria.

Se, invece, decidono di rivolgersi al mediatore, il giudice dovrà prendere atto degli accordi raggiunti dai coniugi al termine della procedura di mediazione ed inserirli nel suo provvedimento finale.

Mediazione familiare obbligatoria: un caso particolare.

La mediazione familiare entra in gioco non solo quando finiamo in tribunale per separarci o divorziare oppure per regolamentare i rapporti coi figli nati fuori dal matrimonio, ma anche quando andiamo dal giudice per ottenere un qualsiasi altro provvedimento urgente nell’interesse dei figli.

Anche in questo caso il tribunale può invitare i genitori a rivolgersi a un mediatore [2] così da raggiungere un accordo.

Ricordiamo, però, che non si può ricorrere alla mediazione familiare quando una delle parti è sotto processo o è stata condannata per violenza familiare o di genere nei confronti dell’altra.

Allo stesso modo, la mediazione deve essere interrotta quando durante gli incontri emerge che fra i coniugi si sono verificati episodi di violenza domestica o di genere.

Mediazione familiare obbligatoria: chi è il mediatore?

Di solito si tratta di un professionista laureato in giurisprudenza oppure in psicologia, di una persona che ha svolto la propria attività nei servizi sociali o, comunque, si è formata frequentando appositi corsi di specializzazione.

Il compito del mediatore familiare è quello di aiutare le parti ad avviare un dialogo, a comunicare tra di loro e a raggiungere un accordo sulle questioni di maggiore importanza che riguardano i figli.

Si noti che il mediatore non deve mai schierarsi dalla parte di uno dei due genitori o difendere le idee di uno contro quelle dell’altro.

Deve solo aiutarli ad individuare la soluzione migliore fra tutte quelle possibili.

Per fare questo, di solito, servono più incontri, circa 10.

Se, però, le parti si rendono conto che l’intervento del mediatore non sta portando ad alcun risultato, possono interrompere in qualsiasi momento la mediazione.

Come si svolge la mediazione familiare?

Iniziamo subito col dire che la mediazione familiare non si pone l’obiettivo di far riappacificare la coppia, ma di riavviare un dialogo sincero fra le parti e, possibilmente, di giungere ad un accordo per la gestione dei figli.

Il procedimento di mediazione familiare passa attraverso più fasi.

La prima ha lo scopo di far conoscere la coppia al mediatore e di consentire alle parti di comprendere le ragioni della crisi che stanno attraversando.

Nella seconda fase il mediatore individuerà i punti di maggiore contrasto all’interno della coppia.

Si tratta di ricercare le questioni sulle quali le parti devono confrontarsi per trovare una soluzione soddisfacente per entrambi.

Ad esempio, se il problema sono le modalità di frequentazione dei figli, il mediatore cercherà di individuare una soluzione che tenga conto delle esigenze di tutti, figli compresi.

Se, invece, il problema è economico, cercherà di far dialogare la coppia in modo che ognuno di loro comprenda le difficoltà dell’altro.

Così sarà più semplice decidere insieme una somma per il mantenimento dei figli, anche maggiorenni, che ne garantisca il benessere senza, però, pesare troppo sulle finanze di chi deve versarla.

Spesso in questa fase le questioni di maggior contrasto, una volta segnalate dal mediatore, vengono messe per iscritto affinché la coppia ne possa discutere insieme.

Se poi le parti trovano dei punti di incontro, il mediatore può preparare il testo di un accordo che le parti stesse consegneranno ai loro avvocati.

Il giudice potrà, così, porre a base della decisione finale, l’accordo anche parziale raggiunto dalla coppia.

Ricordiamo, infine, che il mediatore familiare è tenuto al segreto professionale.

Le parti, quindi, possono sentirsi libere di parlare di tutto ciò che vogliono senza correre il rischio che alcune notizie riservate arrivino alle orecchie del giudice.

Le spese della mediazione familiare.

La mediazione familiare ha un costo (detraibile dalle tasse), che viene indicato dal mediatore al primo incontro.

Così le parti possano decidere se intraprendere o meno questo percorso, tenuto anche conto dei costi che dovranno affrontare.

Le spese della mediazione familiare variano da professionista a professionista e si aggirano normalmente intorno ai 70/100 euro a seduta.

Nulla a che vedere con i costi di una causa in tribunale, ben più elevati.

  1. Legge n.54 dell’8 febbraio 2006.
  2. Art.473 bis 10 codice procedura civile.