Abbiamo appena scoperto che un nostro lontano parente è morto.
Per quel che ne sappiamo, era una persona che amava la bella vita, viaggiava spesso e, forse, aveva un sacco di debiti.
Abbiamo anche saputo che la moglie e i figli hanno già rinunciato all’eredità.
Non ci sono altri parenti e, quindi, tocca a noi decidere cosa fare.
Conviene pensarci bene, per evitare di riempirci di debiti.
Una volta che abbiamo deciso, dobbiamo solo capire come fare per rinunciare all’eredità.
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Come fare per rinunciare all’eredità?
Per rinunciare all’eredità dobbiamo fare una dichiarazione, con cui comunichiamo a tutti gli interessati che non vogliamo accettare l’eredità.
Si tratta di una dichiarazione formale che va fatta davanti a un notaio oppure al cancelliere del tribunale del luogo in cui abitava il defunto al momento della morte [1].
La rinuncia all’eredità non può essere parziale.
In altre parole, o si rinuncia a tutta l’eredità o la si accetta per intero.
Non si può neppure mettere una condizione o un termine.
Ad esempio, non possiamo rinunciare a condizione che rinunci anche qualcun altro oppure a partire da una certa data.
Non dimentichiamo, infine, che entro 10 anni dalla rinuncia possiamo anche cambiare idea e accettare l’eredità (revoca della rinuncia).
Questo sarà possibile solo se nel frattempo chi è stato chiamato all’eredità al nostro posto non abbia accettato.
Perché rinunciare all’eredità?
Prima di scoprire come fare per rinunciare all’eredità cerchiamo di capire quali possono essere i motivi che ci spingono a prendere questa decisione.
Spesso la rinuncia è dovuta ai debiti del defunto.
Ma non è l’unica ragione.
Alle volte l’erede decide di rinunciare per favorire il proprio figlio che, così, diventerà erede al suo posto.
Altre volte, se il chiamato e il defunto avevano avuto forti contrasti, l’erede può decidere di rinunciare per questioni di principio.
Si pensi a un figlio che rinuncia all’eredità del padre che lo aveva abbandonato in tenera età.
Come fare per rinunciare all’eredità: la procedura.
Abbiamo già detto che per rinunciare all’eredità dobbiamo sempre andare nella cancelleria del tribunale del luogo in cui abitava il defunto o da un notaio (uno qualsiasi in Italia).
Se a rinunciare è un minorenne o un maggiorenne incapace di intendere o volere, la rinuncia deve essere fatta dal genitore, dal tutore oppure dall’amministratore di sostegno.
In questi casi è sempre necessaria l’autorizzazione del giudice tutelare.
Nell’atto di rinuncia vanno indicati i nostri dati e quelli del defunto, la sua ultima residenza, oltre alla data e al luogo della morte.
Per sapere quali sono i documenti necessari, basta guardare sul sito del tribunale, se decidiamo di rivolgerci al cancelliere, oppure chiamare direttamente lo studio del notaio se, invece, ci rivolgiamo a quest’ultimo.
Si tratta normalmente:
- del certificato di morte;
- della copia autentica del testamento (se è stato fatto);
- dell’autorizzazione rilasciata dal giudice (se a rinunciare è un incapace o un minorenne);
- di una marca da bollo da 16 euro;
- della ricevuta del versamento della tassa di registrazione dell’atto all’agenzia delle entrate di 200 euro.
Se ci serve una copia della rinuncia fatta in cancelleria dobbiamo spendere altri 11,80 euro, oltre ad una marca da bollo da 16,00 euro.
Ricordiamo che, se a rinunciare sono più persone, basta pagare la tassa di registro una sola volta.
Il costo dell’atto, invece, varia da notaio a notaio.
Inutile dire che se lo facciamo in cancelleria spenderemo meno, poiché non dovremo pagare gli onorari del notaio.
I termini per rinunciare all’eredità.
Gli eredi per accettare l’eredità hanno 10 anni di tempo.
Lo stesso termine vale anche per rinunciare?
Per scoprirlo dobbiamo innanzitutto distinguere fra gli eredi che sono nel possesso dei beni del defunto e quelli che, invece, non lo sono.
Pensiamo al caso di una persona che alla morte lascia il suo appartamento alla moglie con la quale conviveva e al figlio che, invece, si era trasferito da tempo all’estero.
In questo caso la moglie, come tutti gli eredi che si trovano nel possesso dei beni del defunto, ha solo 3 mesi di tempo dalla morte di quest’ultimo per decidere se rinunciare o meno all’eredità.
Diversamente il figlio, che, invece, non si trova nel possesso di questi beni, può decidere di farlo entro 10 anni dalla morte del padre [2].
Cosa succede se rinunciamo all’eredità?
Se rinunciamo all’eredità non diventiamo proprietari dei beni del defunto.
È ovvio che, se nell’eredità ci sono un sacco di debiti, la conseguenza sarà quella di non dover dare neppure un euro ai creditori del defunto.
Inoltre, se rinunciamo all’eredità saranno i nostri figli e i nipoti in linea retta a diventare eredi oppure aumenterà la quota degli altri eredi.
Allora, se rinunciamo perché il defunto era pieno di debiti, non dimentichiamoci di farlo fare anche ai nostri figli e nipoti in linea retta, per evitare di metterli nei guai.
Se, poi, questi ultimi sono minorenni, dovranno essere autorizzati dal giudice tutelare.
Abbiamo già detto che solo chi ha accettato l’eredità risponde dei debiti del defunto.
Allora chi ha rinunciato all’eredità, anche se in ritardo, non può essere costretto a pagare questi debiti, a meno che non abbia tenuto comportamenti tali da far pensare che l’avesse accettata [3].
La rinuncia all’eredità è gratuita?
Chi rinuncia all’eredità deve farlo senza chiedere nulla agli altri eredi.
La rinuncia fatta in cambio di un corrispettivo (c.d. rinuncia onerosa) equivale, infatti, all’accettazione dell’eredità [4].
L’impugnazione della rinuncia all’eredità.
Può capitare che a essere pieno di debiti non sia il defunto, ma il suo erede.
In questo caso, per evitare che i beni del defunto finiscano nelle mani dei creditori, l’erede potrebbe rinunciare all’eredità, che passerebbe ai suoi figli o ai fratelli.
Però, se i creditori lo scoprono, possono impugnare, entro 5 anni, la rinuncia dimostrando che causa loro un danno.
Possono, anche farsi autorizzare dal giudice ad accettare l’eredità al posto del rinunciante, così da recuperare quanto loro dovuto [5].
Anche il rinunciante può impugnare la rinuncia se era stato costretto a farla con violenza o inganno.
Cosa succede dopo la rinuncia all’eredità?
Quando il defunto non ha fatto testamento e l’erede ha rinunciato, possono accettare i suoi discendenti e cioè i suoi figli o i nipoti (c.d. rappresentazione).
Se, invece, il rinunciante non ha discendenti, la sua quota andrà agli ascendenti (genitori o nonni).
In loro assenza, la sua quota verrà suddivisa fra gli altri eredi (c.d. accrescimento).
Quando il defunto fa testamento, può indicare direttamente nell’atto un sostituto dell’erede, nel caso in cui quest’ultimo non voglia accettare l’eredità.
Diversamente si applicheranno le regole della rappresentazione o dell’accrescimento che abbiamo già visto o, infine, quelle della successione legittima.
- Art.519 codice civile.
- Art.480 codice civile.
- Cass. civ. n.8053 del 29 marzo 2017.
- Art.478 codice civile.
- Art.524 codice civile.