Condominio

Giocare a pallone in condominio: si può fare?

Gli screzi fra i condomini sono all’ordine del giorno.

Un televisore col volume troppo alto, un ombrello o un vaso di fiori abbandonato sul pianerottolo, una lavatrice in funzione di notte, un cane che abbaia e così via.

Potremmo continuare all’infinito.

Ognuno di noi, infatti, potrebbe aggiungere un comportamento inappropriato del suo vicino che lo disturba.

Per non parlare poi dei bambini!

Quanti tra noi sono infastiditi da un bambino che piange a tutte le ore del giorno, oppure che corre avanti e indietro per casa o, ancora, che picchia sul pavimento come se stesse lavorando in miniera?

Sappiamo bene che in questi casi possiamo rivolgerci all’amministratore chiedendogli di richiamare i genitori della piccola peste affinché abbiano più rispetto per i vicini.

Ma quando il bambino è solito giocare a pallone in condominio, magari accanto alla nostra macchina, possiamo lamentarci o dobbiamo sopportare in silenzio?

Cerchiamo di dare una risposta.

Giocare a pallone in condominio: i regolamenti condominiali.

Noi tutti sappiamo che quando si vive in un condominio oltre alle regole di buona educazione, di buon vicinato e quelle del codice civile, dobbiamo rispettare anche quello che è scritto nel regolamento condominiale.

Per quello che qui ci interessa, iniziamo col dire che qualunque articolo del regolamento che voglia vietare ai minori di giocare negli spazi comuni del condominio deve essere approvato all’unanimità.

Questo perché tutti coloro che abitano in un condominio devono poter utilizzare liberamente le parti comuni, nel rispetto della destinazione d’uso delle stesse e del diritto degli altri condòmini, senza distinzione d’età.

Così, ad esempio, i nostri figli non potranno radunarsi nell’ingresso del palazzo e sostarvi per ore a ridere e scherzare, poiché l’ingresso è destinato al solo passaggio delle persone.

Potranno, invece, farlo senza alcun problema nel cortile e il regolamento non potrà vietarlo.

Allora, per scoprire se i nostri figli possono giocare a pallone in condominio non ci resta che dare un’occhiata al regolamento condominiale.

Se, poi, nel regolamento è previsto il divieto di giocare, è bene verificare subito se questo divieto è stato approvato da tutti i condòmini, nessuno escluso (e cioè da 1000 millesimi).

Quando, invece, si tratta di un regolamento contrattuale, cioè di un regolamento preparato dal costruttore e accettato, magari senza neppure accorgersene, da tutti condòmini nel momento stesso in cui hanno acquistato l’appartamento, non c’è nulla da fare.

Il divieto è sacrosanto e non può essere ignorato.

Così, se vogliamo eliminarlo, dobbiamo darci da fare per convocare un’assemblea e sperare che tutti i condomini siano presenti e approvino la modifica.

Diversamente i nostri figli dovranno andare a giocare da un’altra parte.

Ricordiamo, infine, che se non si tratta di un regolamento contrattuale ma di un regolamento approvato dall’assemblea dei condòmini a maggioranza e non all’unanimità, possiamo far finta di niente e consentire ai nostri figli di giocare nel cortile condominiale.

Se poi il solito vicino ci dice qualcosa, possiamo sempre rivolgerci al giudice per far annullare il divieto di giocare a pallone in condominio

Giocare a pallone in condominio: i diritti dei bambini.

Negare ai nostri bambini la possibilità di giocare a pallone in condominio va anche contro i diritti fondamentali dei bambini stessi.

La legge, infatti, riconosce ai minori il diritto di giocare e di svolgere attività ricreative [1].

Per assicurare il rispetto di questo diritto i comuni, soprattutto quelli dove gli spazi pubblici attrezzati per il gioco sono pochi, cercano di favorire le attività dei minori nelle aree private.

Ad esempio, il comune di Milano, prevede che i bambini possano giocare nei cortili e nelle zone all’aperto delle case private nel rispetto degli orari stabiliti a tutela del riposo.

Sempre il comune di Milano stabilisce che il condominio può impedire il gioco in alcune aree solo nel caso in cui ci siano dei rischi per la sicurezza e l’incolumità dei minori.

Questi rischi devono essere sempre indicati nella delibera assembleare.

Insomma, per il comune di Milano il divieto assoluto di giocare a pallone in condominio può essere previsto solo in situazioni eccezionali, se ci sono dei rischi per i minori.

Diversamente può essere introdotto solo in determinate fasce orarie a tutela del riposo dei condòmini (spesso tra le ore 13 e le ore 16 e tra le ore 21 e le ore 8 del mattino).

Questa soluzione sembra essere la migliore in quanto più rispettosa sia del diritto dei bambini di giocare, sia di quello degli adulti di starsene tranquilli a casa propria, senza essere disturbati.

Giocare a pallone in condominio: chi risarcisce i danni?

Di solito chi non vuole vedere i bambini giocare a pallone in condominio, non solo è infastidito dai loro schiamazzi, ma spesso ha paura dei danni che i piccoli campioni possono fare con il pallone.

Pensiamo a un tiro fuori misura che colpisce e rompe un vaso, una finestra o una telecamera dell’impianto di videosorveglianza oppure causa un’ammaccatura ad una macchina posteggiata nel cortile.

In tutti questi casi chi deve pagare i danni?

La risposta è semplice.

Una volta individuato il bambino che ha tirato il pallone, causando il danno, possiamo chiedere il risarcimento ai suoi genitori.

Questi ultimi, infatti, sono sempre responsabili del comportamento dei loro figli.

Devono, quindi mettere mano al portafoglio e risarcire i danni causati dagli stessi [2].

Giocare a pallone in condominio: cosa dicono i giudici?

A qualcuno potrà sembrare strano, ma spesso i giudici si sono occupati di controversie nate proprio a causa di bambini innocenti rimproverati perché giocavano nel cortile condominiale.

La Corte di cassazione ha stabilito che non si può limitare il diritto di un condòmino sulle parti comuni (anche quello di giocare a pallone in condominio) se non in forza di un regolamento contrattuale o di un regolamento approvato dall’assemblea all’unanimità [3].

Allo stesso modo il tribunale di Milano ha dichiarato nulla la delibera condominiale con cui era stato approvato un regolamento che vietava l’uso dell’androne di ingresso e del cortile come luoghi di ritrovo [4].

Questo proprio perché la delibera che limitava l’uso delle parti comuni dello stabile non era stata votata all’unanimità da tutti i condomini.

  1. Art.31 legge n.176 del 27 maggio 1991.
  2. Art.2048 codice civile.
  3. Cass. civ. n.12580 del 10 giugno 2019.
  4. Tribunale di Milano sentenza n.662 del 20 luglio 2020.